In camera da letto non basta spegnere il cellulare

Intervista al Dr. Fabio Fontana

C.E.O. e Founder Tao Technologies, sviluppatore della tecnologia Taopatch® e della sua metodica di applicazione, Fabio Fontana nasce come Tecnico informatico e delle telecomunicazioni, dottore in Scienze Biomediche (hc) e con diversi attestati in discipline naturopatiche. Si è occupato per 10 anni di inquinamento elettromagneticoe dell’interazione tra frequenze e salute.
Negli ultimi 5 anni ha tenuto 150 corsi ai quali hanno partecipato migliaia di professionisti del settore medico da diverse Nazioni.

Dr. Fontana, cosa è bene sapere sull’inquinamento elettromagnetico dentro casa?

Ogni filo esistente disperde nell’aria una piccola percentuale della corrente che trasporta. In Italia l’uso dei fili adeguatamente schermati è pressoché inesistente.
Anche i tralicci, i cavi che portano corrente nelle nostre case disperdono nell’aria radiazioni elettromagnetiche proprio in forza della struttura dei cavi stessi.
La maggior parte delle strutture elettromagnetiche in Italia sono volanti, aeree, ossia basate su tralicci; viceversa il sistema di maggior risparmio di elettricità e di riduzione delle dispersioni nell’aria consisterebbe nell’impiego di cavi isolati ed interrati. Negli scorsi decenni sono stati effettuati innumerevoli studi sui danni che possiamo subire, che la nostra salute può avere, quando ci troviamo in prossimità delle linee dell’alta tensione… Oppure quando la nostra abitazione vi si trova vicina. Ma anche questo è un fenomeno “visivo”, del tipo “Vedo il traliccio e percepisco che lì possa esserci un pericolo”… Mentre in molte abitazioni, specie con impianti elettrici che hanno più di 20 anni di vita, l’attenzione per l’isolamento e per la dispersione dell’impianto elettrico domestico era estremamente ridotta. Ad oggi, moltissime case popolari e svariati condomini di vecchia costruzione non hanno nemmeno la messa a terra con un’adeguata portata in grado di scaricare tensioni elettriche.

Andiamo in camera da letto. Quali sono qui i rischi?

Noi siamo abituati a concepire il letto con le comodità attorno allo stesso: prese elettriche, abat-jour, carica batterie, fili che passano dietro la testa, addirittura anni fa si usava il “preretto”, l’interruttore volante al centro del letto, soprattutto per gli anziani.
L’occhio non vede, ma ogni presa elettrica disperde nell’aria elettricità… 10-20 centimetri negli impianti più recenti, 30-40 centimetri negli impianti meno recenti, anche 80 cm in vecchi impianti non adeguati.

A che distanza le radiazioni vengono disperse?

Più recente, più a norma è l’impianto, e meno distante vengono disperse. 10-20 centimetri negli impianti più recenti, 30-40 centimetri negli impianti meno recenti, anche 80 cm in vecchi impianti non adeguati.
La parte del nostro corpo più vicina a queste dispersioni notturne è la nostra testa, il nostro cervello ha uno stretto legame con le basse frequenze e un delicato equilibrio da conservare. Durante la notte il cervello sviluppa onde delta, theta, sigma, poche beta, tutto all’interno di un range da 0 a 30hz; l’inquinamento domestico che lambisce la testa ha una base tra i 50 e i 60 hertz, velocità ancora più alte delle onde gamma che sviluppiamo durante attività molto impegnative. In un momento in cui dovremmo riposare e rilassarci per attivare i processi di riparazione, non abbiamo di certo bisogno di onde che ci sintonizzano ad un uso impegnativo della nostra mente!

In soldoni, dunque, cosa succede al cervello?

E’ stato dimostrato che le onde elettromagnetiche a bassa frequenza, 50/60 Hz, possono causare disturbi in primis al cervello stesso. Inoltre, viene ridotta la produzione di melatonina, che agevola il sonno profondo e che è uno dei più potenti anticancerogeni che il nostro corpo produce, soprattutto quando il suo effetto si combina alla vitamina D.

Cosa possiamo fare di semplice e concreto per ridurre l’inquinamento elettromagnetico che arriva alla nostra testa?

  • Staccare 40 cm il letto dal muro: ciò riduce del 70% il rischio di subire disturbi derivanti dalla dispersione dell’impianto elettrico. In questo caso abbiamo infatti la testiera a 40 cm dal muro + 10-20 cm la testa staccata dalla testiera, che si traduce in un totale di almeno 50-60 cm di distanza dalla parete. Attenzione però: è bene lasciare vuoto lo spazio tra letto e parete. Serve infatti creare uno spazio affinché le radiazioni si disperdano nell’aria, senza dunque aggiungere mobili o altre cose che potrebbero trasportarla.
  • Evitare i metalli, in primis i vecchi letti a reti metalliche. I metalli, infatti, fungono da antenna e aumentano il livello di micro-tensioni elettriche a contatto con la pelle. Nel mio storico di 5000 rilevamenti ambientali, ho misurato alcuni lettini, apparentemente strutturati per scaricare l’elettricità, che al contrario sembravano voler friggere il proprio ospite!
  • Chiedere al proprio elettricista di verificare/potenziare la messa a terra.
  • Aggiungere filtri per l’elettricità sporca. 10 anni fa erano difficilissimi da trovare! Dovevo ordinarli dall’Inghilterra, sembrava che in Italia ci fosse un totale menefreghismo verso un grave nemico per la nostra salute… La “dirty electricity”, appunto.
  • Aggiungere disgiuntori. Il disgiuntore, un interruttore dedicato a togliere la corrente elettrica dalla camera durante la notte, è molto utile a “spegnere” i rischi. Ciò vale per le abitazioni singole, eh: se vivete in condominio, infatti, spesso dentro alle pareti della vostra camera ci sono sia i vostri fili che quelli del vicino, perciò spegnere la propria linea non è sufficiente.

E la famosa schermatura?

Serve la valutazione di un tecnico, in questo caso.
Mentre spostare il letto lontano dal muro allontana il cervello dalla fonte di emissione, costituendo dunque un rimedio adatto a qualsiasi casa, la schermatura non è invece detto sia un bene.
Deve essere selettiva, ovvero trattenere le onde dannose ma lasciar passare il campo magnetico terrestre che è fondamentale per la nostra mente.

Un esempio per comprendere meglio?

In città l’aria è inquinata, giusto? Bene, metti che, per non respirare l’inquinamento, metta un sacchetto di nylon in testa: bloccherei l’inquinamento, sì, ma anche l’ossigeno, e non permetterei all’anidride carbonica di uscire! Il ragionamento sulle schermature è analogo: non devono bloccare tutte le onde , come una maschera anti-gas, bensì fermare l’inquinamento cattivo , lasciando però passare le onde buone.
Ritorna poi fondamentale la messa a terra: se la schermatura non riesce a scaricare, diventa un’antenna che “raccoglie”. Esistono comunque anche sistemi più intelligenti sviluppati per l’ inquinamento domestico, che permettono di riprodurre durante la notte il campo magnetico “terrestre” stabile, adattandosi alle variazioni dell’inquinamento esterno.

Un consiglio generale, per chiudere?

Chiedere ad esperti un rilevamento ambientale.
Solo attraverso una misurazione strumentale, è possibile trovare soluzioni efficaci e mirate a quel dato ambiente.

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