Inquinamento Elettromagnetico da telefonino

Dr. Fontana, il telefonino, oggetto inseparabile che ci accompagna tutto il giorno, è una fonte importante di inquinamento elettromagnetico, chiaramente.
 

Il cellulare è un grande nemico, che sta nelle nostre mani e nelle nostre tasche tutto il giorno…
Non a caso viene considerato dall’OMS, l’Organizzazione Mondiale della Sanità, un potenziale cancerogeno, soprattutto durante l’uso prolungato senza auricolare o vivavoce. Pertanto le situazioni d’uso del telefonino richiedono necessari atteggiamenti di precauzione, da parte di noi utenti, perlomeno finché non sarà definitivamente verificato ed acclarato quale ne sia il potenziale danno.
In ogni caso, il semplice tenerlo vicino alla testa acceso, per esempio di notte, costituisce una palese fonte di disturbo. E’ bene porlo ad almeno 80cm di distanza, e non tenerlo mai in carica appoggiato sul letto o sul comodino…. Anche se spento, lo smartphone in carica porta l’inquinamento dell’impianto elettrico. 


Siamo nel 2020, in teoria le emissioni sono regolamentate… 

Sulla carta… Diciamo la verità: chi mi garantisce che quella determinata marca, quel determinato modello di smartphone, abbia un’emissione a norma? Se parliamo di cellulare progettati negli Stati Uniti d’America o nelle nazioni dell’Unione Europea, secondo normative e specifiche di questi Paesi, è un conto.
Ma quelli articoli progettati, oltre che prodotti, nel far East e che costano assai meno, offrono meno garanzie. Quando viene scelto, per risparmiare, un telefonino di scarsa qualità e basso prezzo, abbiam o meno sicurezze. 

Utilizzato in wi-fi, il telefonino è più o meno dannoso che con la normale rete mobile? 

Il wi-fi, come tutte le alte frequenze è potenzialmente più dannoso; ma la distanza ne abbatte l’effetto. E’ bene quindi tenere i router lontani dalle zone dove fisicamente stiamo più spesso, come la camera da letto. 

Ormai è realtà il 5G. Si fa un gran parlare di linee guida per la sicurezza, etc… 

Troppo presto per esprimersi con certezza. Sicuramente si tratta di alte frequenze potenzialmente dannose, con il vantaggio, come dicevamo sopra, di venire parecchio attenuate dalla distanza. Il punto cruciale però non è soltanto questo: serve, semmai, un cambio generazionale della tecnologia.
Mi spiego: se una nuova tecnologia sostituisse tutte le altre, allora sì avremmo chiari vantaggi, ma il 5G è solo una nuova gamma di frequenze che si aggiunge a tutte quelle già presenti! Siamo sovraccarichi. 

Resta il fatto che allo smartphone quasi nessuno, oggi, è in grado di rinunciare. 

Certo. Bisogna quindi adoperarsi per ridurre i rischi. Fate in modo di non parlare mai al telefono con lo smartphone appoggiato all’orecchio, per esempio! Utilizzare auricolari via filo e bluetooth solo di alta qualità e delle marche più costose e rigorose; usare il vivavoce; insomma tenere lontano il più possibile dal nostro corpo il telefonino quando è in conversazione! 

E in ambienti chiusi? 

Beh, quando usiamo un cellulare in un ambiente chiuso dobbiamo portare ancor più attenzione che non in uno spazio aperto. La regola chiave comunque rimane quella: mai utilizzare lo smartphone a contatto con l’orecchio!! Oltre ad essere, il telefonino, un possibile cancerogeno, come dicevo prima, rimane ancora molto dubbio il sistema di valutazione del danno SAR impiegato in ambito internazionale. Vale a tutt’oggi il principio di precauzione: cioè, siccome non siamo ancora certi veramente del danno che potremmo subire, dobbiamo usare il cellulare sempre e solo con cautela e precauzione. 

Ogni tanto si sentono casi assurdi, autocombustione del terminale, etc… 

Esatto, ci stavo giusto arrivando. Ad una notissima azienda produttrice di smartphone è accaduto qualche anno fa di commercializzare un modello che poi è stato ritirato dal mercato a causa, addirittura, del concreto pericolo di surriscaldamento, autocombustione ed esplosione. C’è stato addirittura un momento in cui le compagnie di volo per circa un mese hanno esplicitamente vietato di tenere acceso quel dato modello pure in modalità aereo, nonché di tenerlo spento in carica. Doveva restare spento, e staccato da qualsiasi fonte d’alimentazione.
Nemmeno la multinazionale produttrice di quello smartphone è mai riuscita ad isolare la causa del problema, tant’è vero che lo ha dovuto ritirare tempestivamente dal mercato. Nemmeno loro hanno capito cosa fosse successo.
Figuriamoci, insomma, quanto possiamo fidarci e star tranquilli circa la quantità di radiazioni emesse dai telefonini che acquistiamo o che ci vengono consegnati!

 

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